I tavoli dei ricordi
Credo che chiunque, nato fino agli anni ’90, abbia qualche foto con la torta di compleanno, mentre spegne le candeline, sul tavolo tondo del salotto. Io ce l’ho.
Il tavolo tondo era quasi sempre il tavolo del soggiorno. Il tavolo che la nonna usava quando c’erano ospiti, magari allungandolo con le prolunghe da aggiungere nel mezzo.
Il tavolo con il tappeto bello, sul quale bisognava prestare attenzione a scrivere, fare i compiti o colorare perché si rovinava.
Era la tavola di Pasqua e di Natale. Per queste occasioni c’erano le apposite tovaglie della festa, quelle belle dei corredi, ricamate a mano. Era quel tavolo che spesso risultava un po’ di ostacolo quando cercavi di guardare la tv. Perché lui era in mezzo, protagonista. Il divano su un lato e la tv in un angolo opposto.
In legno, gamba centrale, spesso ricco di intarsi, sedie abbinate. Centinaia di varianti dello stesso tavolo nello stesso ambiente, replicate in quasi ogni casa italiana dagli anni ‘50/’60 fino agli anni ’90.
Così è diventato un po’ il tavolo dei nostri ricordi. Delle vecchie foto in bianco e nero, o a colori che il tempo ha reso un po’ rossastri.
Poi le nostre case sono cambiate, il tinello è scomparso con i soggiorni a pianta quadrata vicini alla cucina. La zona giorno è diventata un unico grande ambiente nel quale di rado sono presenti due tavoli. Le sue funzioni si sono moltiplicate. Ha assunto il ruolo di elemento di divisione tra la zona cucina e quella relax. È diventato multitasking per accogliere tutte le nuove funzioni che sono entrate nella nostra casa. Così lo ritroviamo per metà apparecchiato per il pranzo, per un quarto occupato dal portatile e dai documenti di lavoro dello smartworking e per l’ultimo quarto con in lego che non sono sul tappeto.
Per svolgere queste funzioni il tavolo rettangolare ci sembrava più indicato.
Quado preferire un tavolo rotondo
Spazi piccoli
Ci sono tuttavia situazioni in cui un tavolo tondo può essere un grande alleato degli spazi piccoli, ve ne descrivo un paio. In una zona giorno unica ma di dimensioni ridotte, il tavolo finisce spesso per essere appoggiato ad un muro, o vicino a un altro mobile. Un tavolo quadrato o rettangolare finirebbe per avere un lato inutilizzabile e perdere quindi posti a sedere. Un tavolo tondo invece permettere di ridistribuire i posti a sedere più flessibilmente. In questo modo massimizzeremo lo sfruttamento del suo perimetro che solo in piccola parte sarà aderente al muro (iscrivendoti alla mia newsletter avrai in regalo un manuale che guida nelle distribuzioni delle zono giorno, dove faccio anche un esempio di questo caso). Lo stesso discorso vale anche per le piccole cucine, soprattutto quelle lunghe e strette, che magari possiamo trovare in un appartamento in affitto dalla pianta un po’ antiquata. Inserire un tavolo tondo in fondo alla stanza, lo renderà molto più fruibile che un tavolo rettangolare appoggiato alla parete che restringe anche il passaggio.
Spazi ampi
Vediamo ora il caso opposto. Anche in spazi ampi il tavolo rotondo può essere un’ottima scelta. In questo caso non lo sarà più per motivi funzionali, ma per ragioni estetiche. Se la tua zona living open space, o il tuo soggiorno sono molto ampi il problema non sarà come sfruttarli al meglio per far convivere le diverse necessità e ottimizzare ogni centimetro, ma piuttosto come dare valore estetico all’ambiente senza ottenere una confusione visiva. Il tavolo tondo può essere un grande alleato. Il modello giusto può trasformarsi nel punto focale dell’attenzione, dare carattere al tuo living. Ed allo stesso tempo fungere da perno attorno al quale far snodare gli atri spazi, quello soggiorno, quello lettura, o la cucina in un living. Una sorta di rotonda in soggiorno che dà la direzione per ogni altro snodo.
Gli spazi quadrati
Un altro tipo di spazi nei quali il tavolo tondo trova il su habitat naturale sono quelli a pianta quadrata. Sarà che resto sempre un rigoroso geometra nel profondo, sarà che sono del segno del toro e se penso che ci sia una soluzione più corretta per ogni situazione nessuno mi farà mai cambiare idea, ma quando vedo tavoli rettangolari infilati in spazi quadrati mi viene un po’ di orticaria. Un lato corto finirà contro il muro, inutilizzato, lo spazio ai lati sarà abbondante per il movimento delle sedie ma non abbastanza per avere altra fruizione. Esistono i tavoli quadrati, ma personalmente non li amo. Il loro utilizzo è riduttivo, la loro forma raramente permette a più di 4 commensali di usufruirne, ci si guarda negli occhi solo due a due. Il tavolo tondo permette invece di camminarci intorno comodamente, di ottimizzare al meglio e secondo necessità il numero e la posizione delle sedute, smorza la rigidità dell’ambiente. È sicuramente la scelta più adatta.
Convivialità
Passiamo a motivi meno legati all’aspetto “spaziale” dell’abitazione e più a quello “abitativo”. Nulla come un tavolo rotondo crea connessione, convivialità, condivisione tra le persone che ne occupano le sedute. Permette a tutti di guardarsi negli occhi comodamente, a nessuno di restare nell’angolo infondo un po’ isolato, di seguire tutti insieme la stessa conversazione evitando il sovrapporsi di tanti diversi discorsi tra vicini di sedia. È per questi motivi il più indicato negli spazi dedicati al lavoro di gruppo, stimola alla collaborazione e al lavoro di squadra. Ma sarà bello anche in famiglia preparare una torta intorno al tavolo tondo, tutti insieme, o condividere la tombola dopo il pranzo di Natale.
Sicurezza
Il motivo più pratico e meno teorico che mi aiuta a perorare la causa che sto sostenendo da ormai 5 paragrafi è sicuramente quello della sicurezza. La mancanza di spigoli, di zone ad angolo, lo rendono nettamente più sicuro. Questo vale soprattutto negli spazi più vissuti dai piccoli di casa, ma non solo. Anche per noi adulti che corriamo tutto il giorno e per cui un momento di sbadataggine tra un impegno e un altro ci fa vincere un livido su un fianco. Ma ancor di più per i nostri anziani o persone che si muovono con supporti per la deambulazione come girelli o sedie a rotelle questi tavoli sono sicuramente quelli ottimali da prevedere.
Un punto di incontro
Vorrei dire un’ultima cosa a riguardo dei tavoli, tondi o quadrati che siano. Più che tutto un accorato appello, un piacere personale che vi chiedo. Spesso ormai si vedono cucine con l’isola o la penisola che sostituiscono il tavolo. Un bancone alto, con sedute poco confortevoli, uno spazio ibrido tra l’essere tavolo e piano di appoggio, completamente vincolato spazialmente. Tuttalpiù vengono inserite in zona giorno console apribili da usare se si ha qualche ospite in più. Quello che mi sento di consigliarvi è: non rinunciate al tavolo. Non è solo un prolungamento della cucina sul quale mangiare. È incontro, condivisione, appoggio. È un caffè al volo con l’amica che passa per un saluto, una davanti all’altra, a condividere un momento. È il rifugio perfetto per giocare a nascondino, e l’ostacolo perfetto nel giocare a rincorrersi. È vivo, si allunga se siamo di più, si sposta di lato se in mezzo ci facciamo una festa e balliamo. Ricordate quei tavoli nelle case dei genitori e delle nonne com’erano vivi? Non rinunciamo a quel punto di incontro.
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